TD03: analisi strutturale
Il modello TD03 sulla carta si differenzia moltissimo dalle soluzioni attualmente presenti sul mercato, e per tutta una serie di ragioni:
- differente tipologia del radiatore (nel seguente paragrafo lo analizzeremo in dettaglio)
- nuovo sistema di bloccaggio in acciaio
- solidità strutturale impressionante
- base completamente rivisitata e più larga rispetto alle varianti Asetek e Cool-It
- saldature sulle alette dissipanti con diverso orientamento
- spessore pari a 45mm per l’intero radiatore, non solo le estremità di attacco delle ventole
- design unico
- pompa silenziosa
Tutto questo in linea teorica dovrebbe portare ad un interessante incremento di performance, oppure al miglioramento del rapporto dBA / Tload, che fondamentalmente è uno dei talloni di Achille delle soluzioni AIO, se si escludono modelli aventi alette in rame.
Il dissipatore, per chi non conoscesse la tipologia in questione, si presenta come un corpo dissipante della larghezza ed altezza grossomodo di una singola ventola da 120mm, questo significa che sarà compatibile con la quasi totalità dei case ATX; in linea teorica certamente, però facciamo presente che questo modello necessita di una tolleranza laterale importante, che potete visionare nel capitolo delle specifiche tecniche. Dal radiatore partono due tubi contenenti del liquido refrigerante, sostanzialmente acqua e sostanze sia anticorrosive che antibatteriche o fungine, che finiscono la loro corsa all’interno di una struttura quadrata che funge sia da waterblock che da pompa. Diversamente da altre soluzioni in commercio, in questo caso, non c’è una funzionalità di controllo diretto via software grazie ad un connettore USB di controllo della pompa, che avrebbe quindi permesso le regolazioni dirette degli RPM delle ventole e della pompa. Se vogliamo questo è un aspetto negativo, che certamente sarà presente nelle prossime revisioni degli AIO made by SilverStone; precisiamo però che le ventole sono PWM, e quindi date le performance complessive il dissipatore risulterà essere silenzioso. E’ possibile che il controllo via software non sia stato implementato per ragioni di tempo, e costi. Conoscendo il produttore ed avendo visto le sue meccaniche commerciali, è possibile che si voglia prima constatare il successo di queste soluzioni; comunque sia SilverStone ha cominciato con forza ad inserirsi nel mercato delle alte prestazioni per i dissipatori, e questa è una grande notizia per gli appassionati del settore. Non a caso abbiamo recensito il modello Heligon01 (CLICCA QUI), che si è meritato giustamente un XH Design Award, assieme alla prestigiosa valutazione Gold.
Radiatore, superficie dissipante e tubi
Avendo già fatto presenti le specifiche tecniche e molti dettagli approfonditi, che difficilmente potete trovare in altre recensioni anche di calibro mondiale, vi mostriamo alcuni dettagli del modello. Vi mostriamo alcune fotografie del radiatore e dei dettagli strutturali:
Partendo da questi presupposti analizziamo la struttura stessa del radiatore. La struttura è classica, quindi molto robusta, presenta 4 fori per lato per l’installazione di massimo due ventole da 120mm. Le alette sono completamente diverse da tutto quello mai visto fin d’ora. Se da una parte questo potrebbe certamente essere promettente, dall’altra implicherebbe l’utilizzo di ventole ad hoc, particolari, perché se ci fosse un dissipatore troppo restrittivo la situazione potrebbe essere problematica. Comunque sia, vi forniamo un’idea della concezione sottostante a questo modello:
Il design SilverStone permette in linea teorica di avere una capacità di dissipazione del radiatore ben più grande delle altre, di circa il 40%, riducendo la resistenza aerodinamica. Questo design è simile ai dissipatori di fascia alta in cui le heatpipes sono saldate alle alette di dissipazione in alluminio, per permettere performance eccellenti con un rumore della ventola molto più basso, ed RPM minori. Senza contare il design, moderno e particolarmente curato, è possibile anche cambiare il colore dei bordi (caratteristica ancora non implementabile, ma possibile per i modelli futuri o per kit specifici non ancora rilasciati in commercio dal produttore). Il radiatore presenta uno spessore fantastico, questo però implicherà l’utilizzo di ventole con elevati RPM, in linea teorica, e certamente in Push/Pull.
I tubi sono di una tipologia simile ai vecchi modelli Corsair in PET, sebbene però sia presente una colorazione bianca. La lunghezza è elevata e la flessibilità sembra essere leggermente migliore, per via di una robustissima implementazione delle tubazioni ruotabili. Il diametro dei tubi, reale, è leggermente inferiore a quello che potete osservare direttamente all’esterno, anche se non è chiaro se sia presente una tubazione interna che non permetta quindi al fluido interno di sbattere contro le insenature radiali del tubo stesso. Sarebbe necessario segarlo in due, e si comprende chiaramente che ciò non è ovviamente possibile ai fini della recensione. Facciamo presente che non è necessario effettuare la manutenzione di questo impianto a liquido perché è già pronto all’uso, e certificato. In sostanza quindi siamo dinanzi ad una soluzione che si differenzia moltissimo dalle precedenti, certamente costosa, ma più economica delle soluzioni Coolermaster Eisberg. Ecco qualche fotografia dello spessore con le ventole:
NOTA AIO: la tipologia, essendo molto diversa dai comuni dissipatori a torre, dovrebbe permettere in linea teorica di ottenere performance di dissipazione davvero molto elevate, se non addirittura al massimo possibile. Un radiatore di questo spessore per la sola CPU potrebbe arrivare a gestire un carico di lavoro pari e superiore a 250W, con il giusto connubio di ventole (caso estremo). Dissipatori a torre, per ottenere performance simili, devono essere o di dimensioni gigantesche, oppure di un materiale con più elevata dispersione termica, quale ad esempio il rame. Questo fù il caso, ad esempio , del Thermalright TRUE Copper, dal peso di due kilogrammi circa ; un tale peso può essere in grado di spaccare completamente il socket di una scheda madre, se in posizione verticale. Non è questo il caso con dissipatori AIO, che quindi non portano minimamente a nessuna deformazione del PCB della scheda madre, a patto che vengano installati come da manuale.
Waterblock, base di contatto
La base, ovviamente, non poteva che subire modifiche ed ottimizzazioni rispetto al design classico degli AIO. La struttura di sostegno del waterblock è interamente in metallo ed il design è formidabile; è a prova di perdita e garantisce una stabilità che altri modelli semplicemente si sognano, dato che sono realizzati generalmente in plastica e sottili frame di acciaio. Ovviamente la base è interamente in rame e presenta una grande superficie di contatto, lavorata allo stato dell’arte (sebbene sia presente qualche leggero segno di lavorazione al tornio). Non ha una finitura a specchio ed è quasi perfettamente planare, c’è quindi una piccola convessità, che sul socket 2011 però non aiuta. Considerando questo, il dissipatore renderà meglio su piattaforme con sistemi di ritenzione meno validi dell’Intel 2011, che è stato utilizzato come piattaforma di test per questa recensione. Non sono presenti viti ed è inserita una potente pompa all’interno, nient’affatto rumorosa. Il sistema di ancoraggio è ottimo, sebbene non discretamente lasso (consigliamo di aumentare un pochino le tolleranze laterali). Il waterblock dei modelli Tundra integra speciali guarnizioni (O-ring) per evitare potenziali perdite, e soprattutto la sua procedura di assemblaggio non prevede l'utilizzo di viti attraverso il plate di contatto con la CPU. I modelli della concorrenza inoltre integrano una base in plastica, la cui rigidità e durevolezza è ben inferiore al metallo, il che quindi diminuisce drasticamente la possibilità di eventuali guasti nel tempo. Che dire, un confronto tutt’altro che ad armi pari, e se vogliamo assolutamente impietoso. Il modello Silverstone è anni luce avanti. Quanto al waterblock vero e proprio cosa possiamo mostrarvi?
Il waterblock delle soluzioni Tundra, mostrato sulla sinistra, evidenzia che è presente un array di lamelle molto fitto; la sua lavorazione ha richiesto l'utilizzo di macchinari di precisione a controllo numerico, al fine di ottenere una superficie di dissipazione maggiore rispetto alle varianti in rame/zinco della concorrenza.
Anche qui, a sinistra il Silverstone, a destra un modello della concorrenza. Per quanto riguarda il telaio invece, cosa possiamo dire della sua robustezza ? I modelli Tundra utilizzano una saldatura ad alte temperature, per modellare la base di rame alla struttura unibody del waterblock. Questo permette di migliorare il comportamento del complesso waterblock/sistema di montaggio ad alte temperature e quindi migliorare anche la pressione sulla CPU, fattore determinante per le performance complessive. Gli altri design OEMmostrano l'utilizzo di viti per l'installazione, che aumentano di molto i rischi correlati al controllo qualità, ed aggiungono più variabilità in performance per via dei differenti livelli di serraggio delle singole viti.
Il trend ormai è chiaro, come abbiamo già detto nella recensione del SilverStone TJ11 (CLICCA QUI), Silverstone è un marchio che fa dell’eccellenza il proprio vanto. Non presenta della pasta termica preapplicata ed il contatto sarà ottimo, come potete notare nella fotografia seguente:
NOTA APPLICAZIONE: facciamo presente che per la stesura delle nostre recensioni qualsiasi pasta termica preapplicata viene levata, e viene spalmata della Arctic Cooling MX-4, con un metodo standard e con un sottilissimo strato che massimizzerà quindi le performance teoriche dell’unità. Con i dissipatori AIO inoltre viene spalmato un sottile strato pre-applicazione nella parte centrale, al fine di colmare i gap di basi non perfettamente rifinite, come nel caso dei dissipatori HDT a contatto diretto.
Vi mostriamo alcune fotografie della base di contatto:
NOTA QUALITA’ BASE: una base di contatto che abbia un’elevata efficienza di dissipazione termica richiede una qualità intrinseca della superficie di scambio molto elevata. Ciò è possibile con procedure di lavorazione della base avanzate, che permettano di minimizzare le discrepanze orizzontali della base, che vengono colmate dalla pasta termoconduttiva. In questo campo viene utilizzato il termine “lappatura”, che quindi rappresenta proprio la qualità finale di questo processo. Con il termine “finitura a specchio” si indica invece una particolare lavorazione che porta ad avere una superficie di contatto perfettamente lucida, che rispecchia quindi la luce senza produrre deformazioni locali. Viene ottenuta con tecniche di lavorazione che utilizzano superfici abrasive molto sottili ed è comune in diversi marchi molto famosi, quali Scythe ad esempio.