Analisi dell’interno
Aprendo l’apparecchio la cosa che balza subito all’occhio, a parte il peso e lo spessore dell’involucro, è la sezione di alimentazione che, come conviene che sia in ogni apparecchio che voglia avere una qualsiasi aspirazione audiofila, occupa quasi la metà del lato sinistro dello spazio interno. Questa è composta da un trasformatore toroidale fatto su specifiche ASUS, seguito dai rettificatori di tensione (1x PM06AVE3 -5.0 P + LM2940CT + LM2990T -12 P + 2x JM13ABE3 National Semiconductor Voltage Regulator) accoppiati a dissipatori di calore che sfruttano anche la parte inferiore del telaio per raffreddare gli integrati.
Spostandoci sulla destra, nascosto dal dissipatore di due dei retificatori di tensione, abbiamo il chip di codifica del segnale in ingresso dalla porta USB; questo è il C-Media CM6631 usato anche su apparecchi di classi di prezzo ben diverse rispetto al nostro apparecchio; supporta un sampling rate fino a 192kHz con 24 bit di profondità.
Più sotto vediamo l’AKM Ak4113VF, usato come receiver del degli ingressi digitali; questi supporta in ingresso segnali aventi sampling rate da 8Khz, 11.025 Khz, 16Khz, 22.05Khz, 24kHz, 32kHz, 44.1, 48Khz, 64kHz, 88.2, 176.4kHz, 192khz.
L’ADSP-21261, ovvero il chip più grande visibile al centro del PCB, di produzione Analog Device, viene qui usato per effettuare l’upsampling del segnale sfruttando la sua programmabilità e una potenza di calcolo dichiarata di 900 MFLOP con frequenza di funzionamento di 150 MHz.
Il cuore dell’apparecchio, ovvero il PCM-1795 della BurrBrown: un convertitore stereo capace di un sampling rate fino a 32bit/192Khz con una gamma dinamica dichiarata di 123 dB e una impressionante THD di soli 0,0005%; qui ne abbiamo due, uno per ogni canale, usati in configurazione mono per aumentare il rapporto segnale rumore e abbattere i disturbi.
Per ultimo, ma non per importanza, abbiamo lo stadio di uscita, dove ASUS ha profuso le sue maggiori attenzioni in fase di progettazione, usando una configurazione bilanciata per quanto riguarda il circuito. Vediamo l’impiego, oltre che dei due sopracitati 1795 della BurrBrown, anche un uso abbondante di condensatori di qualità; nella fattispecie dei Wima serie rossa, che fanno da contorno a ben nove operazionali montati su socket, per agevolare la loro sostituzione nel caso in cui si volesse intraprendere la strada del tuning audio.
Nella configurazione standard, ad esempio, la scheda monta tre JR12ACE3 LM 4562NA della National Semiconductor e sei operazionali 13AE08W NE 5532P della Texas Instruments. Ricordiamo, però, che con un supplemento di prezzo, è presente da poco in commercio la ASUS Xonar Essence One Plus che, oltre allo stesso DAC analizzato in questa recensione, offre in più un kit di quattro Op-Amp Texas Instruments TI-OPA2132PA e due NS-LM4562NA insieme agli appositi tool per sostituire gli operazionali originali creando varie combinazioni che hanno la finalità di ottimizzare la timbrica in base ai propri gusti o impianto posseduto. Nulla toglie ovviamente di tentare anche altre combinazioni usando operazionali diversi da quelli forniti da ASUS stessa o addirittura optare per operazionali a componenti discreti.
Nella sezione di amplificazione dedicata alla uscita cuffie vengono utilizzati due EM13ABE3 LME 49600 TS della National Semiconductor, oltre a una coppia di JR06ABE3 LME 49720NA sempre della National, operazionali anche loro montati su socket come i modelli usati nel circuito di uscita, per cui passibili anche qui di sostituzione. Infine troviamo il potenziometro, dove la scelta non ricade su un esemplare da pochi centesimi di euro, al contrario di quanto ci si possa aspettare per apparecchi di questa fascia di prezzo, bensì su un Alps appositamente costruito per utilizzi nel campo audio.