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TEST
Abbiamo effettuato vari test in lettura e scrittura sul disco sotto Linux e Windows, al fine di saggiare meglio le prestazioni di questo sistema. I test sono stati effettuati su una macchina comunissima, un Intel e8200 su ASUS P5K-SE e 4GB di ram DDR2.
Il primo test è empirico, tempi di avvio di Windows XP SP2, Windows Vista Ultimate e Ubuntu Linux. Gia così restiamo strabiliati: 14 secondi dal bootstrap per Windows XP, 17 per Vista Ultimate e 19 secondi per Ubuntu Linux. Paragonati ad un disco normale (in questo caso un Western Digital da 320Gb sempre su SATA2) abbiamo un incremento di prestazioni che sfiora il 100% (quindi tempi di avvio dimezzati, in particolare per Vista e Ubuntu).
Decisi a capire fino a dove si spinge questo dispositivo, operiamo dei test in lettura e scrittura sotto Linux. Il primo test vuole dirci qual'è la velocità effettiva di copia dei files, indipendentemente dal tempo di seek, e si basa sulla scrittura sequenziale di un unico file di grosse dimensioni. Iniziamo con questo test perché sappiamo bene che a fare la principale differenza tra un disco a stato solido ed uno tradizionale è proprio il tempo di spostamento della testina. Per ottenere dati obiettivi per ogni test abbiamo utilizzato un disco virtuale creato in RAM come sorgente delle informazioni copiate. I risultati sono di 250Mb/s contro 122 MB/s in lettura e 300Mb/s contro 157Mb/s in scrittura. Un'idea più chiara ce la da il grafico dei risultati.
Continuiamo con un altro test, stavolta misuriamo le prestazioni in lettura e scrittura casuale a cache disabilitata. Questo ci da un'idea più precisa del comportamento del disco, in quanto eliminiamo i benefici apportati dalla cache, ma godiamo dei tempi di seek infinitesimali che solo un ramdisk può garantire. Di nuovo, i risultati ed il grafico.
Infine, con l'ultimo test sotto Linux usiamo finalmente un metro di misura classico: la velocità della cache del disco. Questo valore è interessante perchè per sfruttare bene un disco particolarmente veloce ci vuole una cache particolarmente veloce, e questo può essere un problema se si cerca già nei dischi normali di montare la cache più veloce possibile, in relazione al suo prezzo. I risultati, comunque, sono ancora in grado di stupire. Risultato e grafico di questo ultimo test.
Volgiamo ora la nostra attenzione ad un po' di sperimentazione sotto Windows XP. Abbiamo trovato problematico eseguire test significativi, in quanto molti test classici non sono adatti o sufficientemente precisi su dischi a stato solido, ancora da poco sul mercato. Ci viene comunque in aiuto il test sintetico di Everest, che ci da importanti conferme sulla velocità del disco, enfatizzando al contempo la differenza di gestione del controller SATA2 da parte dei due sistemi operativi. Ecco i valori rilevati ed una schermata riassuntiva.
Il primo test è empirico, tempi di avvio di Windows XP SP2, Windows Vista Ultimate e Ubuntu Linux. Gia così restiamo strabiliati: 14 secondi dal bootstrap per Windows XP, 17 per Vista Ultimate e 19 secondi per Ubuntu Linux. Paragonati ad un disco normale (in questo caso un Western Digital da 320Gb sempre su SATA2) abbiamo un incremento di prestazioni che sfiora il 100% (quindi tempi di avvio dimezzati, in particolare per Vista e Ubuntu).
Decisi a capire fino a dove si spinge questo dispositivo, operiamo dei test in lettura e scrittura sotto Linux. Il primo test vuole dirci qual'è la velocità effettiva di copia dei files, indipendentemente dal tempo di seek, e si basa sulla scrittura sequenziale di un unico file di grosse dimensioni. Iniziamo con questo test perché sappiamo bene che a fare la principale differenza tra un disco a stato solido ed uno tradizionale è proprio il tempo di spostamento della testina. Per ottenere dati obiettivi per ogni test abbiamo utilizzato un disco virtuale creato in RAM come sorgente delle informazioni copiate. I risultati sono di 250Mb/s contro 122 MB/s in lettura e 300Mb/s contro 157Mb/s in scrittura. Un'idea più chiara ce la da il grafico dei risultati.
Continuiamo con un altro test, stavolta misuriamo le prestazioni in lettura e scrittura casuale a cache disabilitata. Questo ci da un'idea più precisa del comportamento del disco, in quanto eliminiamo i benefici apportati dalla cache, ma godiamo dei tempi di seek infinitesimali che solo un ramdisk può garantire. Di nuovo, i risultati ed il grafico.
Infine, con l'ultimo test sotto Linux usiamo finalmente un metro di misura classico: la velocità della cache del disco. Questo valore è interessante perchè per sfruttare bene un disco particolarmente veloce ci vuole una cache particolarmente veloce, e questo può essere un problema se si cerca già nei dischi normali di montare la cache più veloce possibile, in relazione al suo prezzo. I risultati, comunque, sono ancora in grado di stupire. Risultato e grafico di questo ultimo test.
Volgiamo ora la nostra attenzione ad un po' di sperimentazione sotto Windows XP. Abbiamo trovato problematico eseguire test significativi, in quanto molti test classici non sono adatti o sufficientemente precisi su dischi a stato solido, ancora da poco sul mercato. Ci viene comunque in aiuto il test sintetico di Everest, che ci da importanti conferme sulla velocità del disco, enfatizzando al contempo la differenza di gestione del controller SATA2 da parte dei due sistemi operativi. Ecco i valori rilevati ed una schermata riassuntiva.